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Dopo I filtri ND passiamo ora al filtro polarizzatore. E' infatti piuttosto comune nei set di filtri per droni trovare anche un filtro polarizzatore. Ma sappiamo esattamente come funziona e come dobbiamo usarlo? A differenza dei filtri ND che una volta deciso quale montare si tratta solo di installarlo davanti all'obiettivo il filtro polarizzatore non è così semplice, ha infatti bisogno di essere orientato in maniera corretta.
Qual'è l'effetto di un filtro polarizzatore?
Diciamo che i tre principali effetti sono di aumentare la saturazione, diminuire le riflessioni di alcune superfici riflettenti e ridurre un po' il contrasto. E' uno dei pochi filtri non riproducibili digitalmente.
Come lavora il filtro? Vi anticipo che non è per niente semplice ma proverò comunque a spiegarvelo facendo qualche drastica semplificazione. Se non avete voglia di impegnarvi troppo con concetti di fisica piuttosto complessi potete saltare le parti in blu.
Innanzitutto, in natura esistono due tipi di luce: quella polarizzata e quella non polarizzata. Si definisce polarizzata linearmente la luce il cui campo elettrico ha direzione costante; esiste anche la luce polarizzata circolarmente, il cui campo elettrico si muove descrivendo una circonferenza. La luce non polarizzata è luce la cui polarizzazione varia continuamente e in maniera casuale. Le più comuni sorgenti luminose naturali e artificiali producono luce non polarizzata; questa, quando viene riflessa o diffusa, diviene, in tutto o in parte, polarizzata. Se non avete dimestichezza con l'elettromagnetismo non preoccupatevi, vi basti ricordare quest'ultimo punto:
luce che arriva direttamente da una sorgente = non polarizzata
luce riflessa o diffusa = polarizzata (almeno in parte).
Un polarizzatore lineare è un filtro che permette il passaggio soltanto di luce polarizzata in direzione parallela all'asse del filtro. Quindi, facendo incidere sul filtro luce polarizzata in una determinata direzione, questa verrà completamente assorbita quando il filtro è posto in direzione perpendicolare alla polarizzazione della luce; verrà completamente trasmessa quando il filtro è parallelo alla polarizzazione; per angolazioni intermedie verrà in parte trasmessa e in parte assorbita.
Facciamo un esperimento: una fonte di luce polarizzata ce l'avete davanti proprio ora mentre leggete questo articolo, ed è lo schermo del computer.Prendiamo dunque il nostro polarizzatore e facciamolo ruotare lentamente davanti al monitor: vedremo la luminosità diminuire gradualmente fino ad oscurarsi quasi del tutto.
Ecco che si spiega come il filtro, orientato opportunamente, riesca a togliere i riflessi, che sono costituiti in gran parte da luce polarizzata.
Questo spiega anche perché quando volo indossando un paio occhiali che montano lenti polarizzate lo schermo del mio IPad risulta molto più scuro del dovuto.
Riassumendo:
luce riflessa = luce polarizzata = luce che il mio filtro può assorbire in parte o completamente a seconda di come lo oriento
Come agisce invece il filtro sulla luce non polarizzata? Se si fa incidere sul polarizzatore luce non polarizzata di intensità I, la luce uscente da esso ha un'intensità I/2 perché, in media, metà delle onde con polarizzazione casuale che incidono sul polarizzatore sono eliminate (questo vale per un filtro ideale; i filtri reali di fatto lasciano passare ancora un po' meno luce). Dunque il nostro filtro agirà sulla luce non polarizzata riducendone l'intensità di (almeno) 1 stop in maniera omogenea su tutta la scena, e questo indipendentemente dall'orientamento del filtro (se volete sapere cos’è uno stop dovreste leggere il nostro post precedente sui filtri ND ). Ad esempio il filtro che abbiamo usato per le prove è un B+W HTC Kaesemann C-Pols della Scheneider Optics che dichiara 1.5 stop: occorre tenere conto di questa caratteristica quando decidiamo di utilizzarlo.
Riassumendo :
Luce non polarizzata passando attraverso il filtro viene ridotta di intensità.
I filtri che compriamo e che vengono definiti polarizzatori circolari sono in realtà la combinazione di un filtro polarizzatore lineare con un polarizzatore circolare: questo significa che il primo lascerà passare solo la luce polarizzata secondo la propria direzione mentre il secondo trasformerà questa luce in luce polarizzata circolarmente. Questa combinazione di due filtri si rende necessaria perché l'uso di un solo filtro polarizzato linearmente metterebbe in crisi l'Auto Focus delle moderne camere.
Dopo aver divagato un po' con questi concetti di fisica per niente semplici che senza la nostra consulente scientifica Valentina non saremmo mai riusciti neanche lontanamente a capire facciamo un paio di esempi sull'utilizzo di questo beneamato marchingegno.
Abbiamo detto che serve per togliere riflessi giusto?
Ecco dunque che opportunamente settato ci aiuterà ad eliminare le riflessioni dell'acqua (in volo su un lago ad es.)
Anche se non ce ne rendiamo conto le foglie, specialmente se bagnate riflettono una gran quantità di luce, cosa questa che renderà i verdi molto chiari e poco definiti. Con un filtro polarizzatore possiamo eliminare questi riflessi e avere il verde “originale” delle foglie.
Sarà poi particolarmente efficace sulle superfici bagnate. Dopo che è piovuto per esempio vi aiuterà a togliere un sacco di riflessi creati dall'acqua.
Di sicuro avrete anche sentito dire che è molto utile per migliorare i cieli. Di questo parleremo nel prossimo post assieme ad alcune considerazioni sulle difficoltà di utilizzo di questo filtro sui droni.